La scelta progettuale si è orientata sul tentativo di conferire alla struttura il segno della sua futura destinazione.
Come molti altri edifici analoghi, anche questo ha subito nel corso della storia destinazioni diverse e conseguentemente opere ed interventi di recupero mirati alla fruizione di quelle finalità d’uso; ma sia nella sua funzione di convento che in quella di fabbrica, ha necessariamente visto susseguirsi fenomeni aggregativi e sociali legati al momento storico.
Ci è parso tuttavia più incisivo, concentrare la ricerca sulla necessità di rappresentare la vocazione che si intende assegnare a questo spazio architettonico con la delibera regionale del 2016. Semmai segnalando le “vestigia” storiche nell’individuazione del naming.
Per quest’ultimo si propone MANIFACTORY, rimanendo coerenti con la denominazione attuale e conosciuta della struttura, giocando sulla traduzione del termine fabbrica, in inglese manufactury (in vista della vocazione di centro di internazionalità che si vuole assegnare allo spazio), ma contaminandolo con la sua stessa declinazione italiana, manifattura (dove le “mani” stanno a significare la creatività e la ricerca), trovando un vocabolo originale, comprensibile comunque nelle due lingue, declinato graficamente differenziando le due parti che compongono il nome, in modo da evidenziare il neologismo.
Il marchio richiama e si costruisce sulla base dell’acronimo tradizionale, MT per Manifattura Tabacchi. Una M e una T che si fondono ad significare una struttura architettonica storicamente destinata in prevalenza ad attività industriale; una M e una T, tuttavia, che nella loro moderna restituzione sono state composte secondo un design e una prospettiva che richiamano la presenza di spazi con suddivisioni e percorsi utili alle grandi esposizioni così come alle fiere e ai convegni. Il marchio si propone in due varianti (con e senza spessore) che non cambiano l’unicità e la riconoscibilità del simbolo.

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